ANGELI
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EUROPA

CAPPELLA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA A MADRID [2011]

Indirizzo
Calle de Añastro, 1 - 28033 Madrid, Spagna
Telefono
Parola chiave
Adamo ed Eva, Altri Angeli, ANGELI, APOSTOLI ED EVANGELISTI, Discesa agli inferi, I dodici apostoli, La barca della Chiesa, MINISTERO E MIRACOLI DI GESÙ, Paolo, PERSONAGGI ANTICO TESTAMENTO, Pesca miracolosa, Pietro, S. Antonio Maria Claret, S. Cecilio di Granada, S. Florentino Asensio Barroso, S. Fructuoso di Tarragona, S. Giovanni di Ribera, S. Giuliano di Cuenca, S. Ildefonso da Toledo, S. Paciano, S. Rosendo, S. Tommaso di Villanueva, S. Toribio de Mongrovejo, SANTI E BEATI

 

 

 

 

 

Nel febbraio 2011 è stato realizzato il mosaico sulla parete centrale con la scena della Pesca miracolosa e sulle pareti laterali con i Vescovi del primo e del secondo millennio. Inoltre gli arredi, il tabernacolo, i reliquiari e le due vetrate e il bassorilievo dell’aleggiare della colomba sopra l’altare.

 

 

CAPPELLA DELLA CEE
 

La porta d’ingresso viene indicata da un angelo. L’angelo è sempre il testimone della presenza di Dio. Così ad ogni ospite che entra nel palazzo della Conferenza Episcopale Spagnola l’angelo immediatamente indica che è una casa abitata da Dio e che il centro della casa è il luogo della santa liturgia e della preghiera.
La porta stessa è fatta in un mosaico a tessere di legno. Nella composizione si intravede una casula e una mitra vista da dietro. Così la prospettiva è dal fuori al dentro. Bisogna entrare, far parte e allora si sperimenta, si comprende e si vive ciò che è la Chiesa.
Le maniglie della porta sono la croce, in forma di vela gonfiata dal vento. Questa croce ha la sua origine nell’antichissima teologia e spiritualità “nautica”, molto sviluppata dai Padri della Chiesa: la croce è indicata dall’albero della nave e antenna trasversale, la vela gonfia del vento invece indica lo Spirito Santo.

Ingresso
Porta e angelo
Febbraio 2011

 

La scena absidale, secondo la grande tradizione antica della Chiesa, ricorda il grembo del Padre e fa vedere da dove tutto proviene e dove tutto è chiamato a tornare. Trattandosi della Cappella dei Vescovi si offre da sé anche il tema ecclesiologico, ossia il triplice rapporto: Cristo-apostoli, apostoli verso Cristo e apostoli verso il mondo.

Interno
Veduta d’insieme
Febbraio 2011

 

Per rappresentare questo triplice rapporto si è scelto di collocare nell’abside la nave con Cristo e gli apostoli, ricordando così la Chiesa che attraversa la storia come una continua azione salvifica che Dio compie. Ma in questa azione redentrice la Chiesa è un’immagine improntata sul mistero della Santissima Trinità come comunione delle Persone nell’amore. La scena fa vedere gli apostoli in una sinergia libera e totale proprio come si rivela la Santissima Trinità. Tutte le persone sinergicamente lavorano, agiscono e sono compresenti. La Chiesa è un organismo di sinergia delle persone, degli intenti, delle volontà, del pensiero e dell’azione. L’artefice è Cristo, perché è in Cristo che a noi uomini viene comunicata questa sinergia divino-umana. Il timone della nave è nelle mani di Cristo. Alcuni discepoli remano – Pietro e Paolo – altri pescano. Alcuni sono più attivi, alcuni più contemplativi.
La pesca, già nei primi tempi della Chiesa, era simbolo del battesimo. Il mare, a partire dai testi biblici, rappresentava il mondo oscuro, abitato dal male, dalle passioni, dall’agitazione. Starci dentro significava essere divorati dai mostri e dalle oscurità profonde, inquietanti. Essere pescati significava essere salvati, anche se secondo una logica immediata il pesce vive solo se è nell’acqua. Ma essere pescati significa essere salvati dal male e dai mostri, morire e rinascere ad una vita nuova, una vita di una qualità nuova incorruttibile all’oscurità e al male.

Gli apostoli pescano per salvare gli uomini dal male e farli rinascere nella Chiesa, nella comunione della vita eterna. Ma difatti è Cristo che con la sua mano orienta i pesci verso la rete, perché solo Lui è la via, solo per mezzo di Lui e solo in Lui si supera la morte e si risuscita e solo in Lui e per mezzo di Lui si può rinascere come figli e tornare al Padre. Cristo porta l’epitrachilion, cioè la stola che lo evidenzia come Cristo sacerdote e la stola abbraccia la nave, cioè incorpora gli apostoli nell’unico sacerdozio che è quello di Cristo. E la stola finisce sulla sede del vescovo che presiede la santa liturgia per indicare così l’ininterrotta successione dell’unico sacerdozio di Cristo attraverso gli apostoli fino al Vescovo che oggi presiede la liturgia.

Abside
Pesca miracolosa
Febbraio 2011

 

L’immagine centrale e più importante della Cappella è il bassorilievo dell’aleggiare della colomba sopra l’altare. Non è la colomba come tale il simbolo dello Spirito Santo, ma il suo aleggiare.
Allora grazie all’epiclesi la discesa dello Spirito Santo transustanzia la nostra offerta sull’altare nel Corpo e nel Sangue di Cristo così come la stessa discesa dello stesso Spirito fa sì che la comunità partecipe alla santa eucaristia diventi l’unico corpo di Cristo ed è la stessa discesa dello stesso Spirito che fa sì che la Chiesa possa continuare l’efficacia del sacerdozio di Cristo con la continua successione attraverso l’ordinazione episcopale e sacerdotale. Ed è sempre lo stesso Spirito Santo che ci incorpora in Cristo come figli nel Figlio a rendere nel martire visibile il Corpo di Cristo.

Soffitto
La colomba dello Spirito
Febbraio 2011

 

Sulla parete sinistradestra si apre la processione dei vescovi santi – alcuni martiri – della Chiesa in Spagna. La processione si apre con il primo martire San Fructuoso di Tarragona

Parete sinistra
Vescovi del primo millennio
Febbraio 2011

 

e finisce alla destra con San Florentino Asensio Barroso, uno degli ultimi martiri della Chiesa contemporanea. In ogni vescovo c’è qualche piccola sottolineatura della sua vita, della sua teologia, della sua pastorale, della sua spiritualità e le casule e le mitre non sono mai ripetute per sottolineare la diversità del sacerdozio in Cristo ma nell’unità dello stesso Cristo.

 

Parete destra
Vescovi del secondo millennio
Febbraio 2011

 

Il martire esplicita in modo storico e visibile una realtà sacramentale, cioè che la Chiesa è veramente il Corpo di Cristo. Dove è il martire lì c’è Cristo. I due reliquiari ai lati dell’abside esposti alla venerazione testimoniano questo grande mistero della Chiesa – Corpo di Cristo. Le corone di gloria, della gloria di Cristo, evocano il modo del martirio, rendendo così visibile che il martire è veramente in Cristo perché con il suo martirio partecipa alla morte di Cristo, l’unica capace di convertire il male nel bene. Ciò che sulla terra era la sofferenza ed espressione del male del mondo sul martire in Cristo diventa luce della gloria.

La stessa luce di una vita dinamica si estende e muove il mosaico nelle sue parti decorative attraverso tutta la cappella. I diversi materiali ricchi e poveri, luminosi e opachi, piccoli e grandi, sono composti in forme libere e geometriche, ferme e in movimento, in modo da creare una giusta tensione tra i diversi per creare un’armonia, la comunione e l’unità nella diversità. Si esprime così la Chiesa ma si offre così anche all’occhio umano di gustare quell’esperienza di bellezza e di luce che è necessaria per essere in grado di accogliere il contenuto e la dottrina, il dogma, il Mistero.

Lato sinistro
Reliquiario e parti decorative
Febbraio 2011

 

Anche sull’altare – come sulla porta d’ingresso – troviamo la croce di Cristo e dello Spirito Santo, cioè la croce dell’amore di Dio che dà la vita. Questa volta la croce ha la ferita: Cristo sulla croce con il costato aperto versa lo Spirito Santo che ci rigenera, proprio come l’altare dell’eucaristia.

Presbiterio
Altare
Febbraio 2011

 

Sul tabernacolo c’è una miniatura di Cristo Buon Pastore che scende fino alla morte per recuperare l’umanità morta in Adamo ed Eva.

Tabernacolo
Cristo Buon Pastore
Febbraio 2011

 

Le due vetrate non sono figurative, perché sono troppo vicine a noi e per questo motivo non sopportano le figure. Le figure nelle vetrate hanno il loro significato spirituale solo se sono molto lontane, come lo erano nelle cattedrali gotiche, dove l’immagine appare all’occhio umano come un’immagine trasfigurata nella luce. Mentre quando l’immagine si avvicina allo sguardo, questa trasfigurazione non appare.

Lato sinistro
Vetrata
Febbraio 2011

 

Difatti non troviamo esempi dove i fedeli venerino le immagini sacre di una vetrata. Per questo motivo si opta per una vetrata di scrittura. Le parole vengono fatte in modo tale che il fedele deve leggere sforzandosi. Ed è questa partecipazione attiva del fedele alla lettura che aiuta ad imprimere nel cuore ciò che la luce comunica attraverso la parola.

Lato destro
Vetrata
Febbraio 2011

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