| Nel febbraio 2011 è stato realizzato il mosaico sulla parete centrale con la scena della Pesca miracolosa e sulle pareti laterali con i Vescovi del primo e del secondo millennio. Inoltre gli arredi, il tabernacolo, i reliquiari e le due vetrate e il bassorilievo dell’aleggiare della colomba sopra l’altare. |
CAPPELLA DELLA CEE | |
La porta d’ingresso viene indicata da un angelo. L’angelo è sempre il testimone della presenza di Dio. Così ad ogni ospite che entra nel palazzo della Conferenza Episcopale Spagnola l’angelo immediatamente indica che è una casa abitata da Dio e che il centro della casa è il luogo della santa liturgia e della preghiera. | |
Ingresso | |
La scena absidale, secondo la grande tradizione antica della Chiesa, ricorda il grembo del Padre e fa vedere da dove tutto proviene e dove tutto è chiamato a tornare. Trattandosi della Cappella dei Vescovi si offre da sé anche il tema ecclesiologico, ossia il triplice rapporto: Cristo-apostoli, apostoli verso Cristo e apostoli verso il mondo. | |
Interno | |
Per rappresentare questo triplice rapporto si è scelto di collocare nell’abside la nave con Cristo e gli apostoli, ricordando così la Chiesa che attraversa la storia come una continua azione salvifica che Dio compie. Ma in questa azione redentrice la Chiesa è un’immagine improntata sul mistero della Santissima Trinità come comunione delle Persone nell’amore. La scena fa vedere gli apostoli in una sinergia libera e totale proprio come si rivela la Santissima Trinità. Tutte le persone sinergicamente lavorano, agiscono e sono compresenti. La Chiesa è un organismo di sinergia delle persone, degli intenti, delle volontà, del pensiero e dell’azione. L’artefice è Cristo, perché è in Cristo che a noi uomini viene comunicata questa sinergia divino-umana. Il timone della nave è nelle mani di Cristo. Alcuni discepoli remano – Pietro e Paolo – altri pescano. Alcuni sono più attivi, alcuni più contemplativi. Gli apostoli pescano per salvare gli uomini dal male e farli rinascere nella Chiesa, nella comunione della vita eterna. Ma difatti è Cristo che con la sua mano orienta i pesci verso la rete, perché solo Lui è la via, solo per mezzo di Lui e solo in Lui si supera la morte e si risuscita e solo in Lui e per mezzo di Lui si può rinascere come figli e tornare al Padre. Cristo porta l’epitrachilion, cioè la stola che lo evidenzia come Cristo sacerdote e la stola abbraccia la nave, cioè incorpora gli apostoli nell’unico sacerdozio che è quello di Cristo. E la stola finisce sulla sede del vescovo che presiede la santa liturgia per indicare così l’ininterrotta successione dell’unico sacerdozio di Cristo attraverso gli apostoli fino al Vescovo che oggi presiede la liturgia. | |
Abside | |
L’immagine centrale e più importante della Cappella è il bassorilievo dell’aleggiare della colomba sopra l’altare. Non è la colomba come tale il simbolo dello Spirito Santo, ma il suo aleggiare. | |
Soffitto | |
Sulla parete sinistra e destra si apre la processione dei vescovi santi – alcuni martiri – della Chiesa in Spagna. La processione si apre con il primo martire San Fructuoso di Tarragona | |
Parete sinistra | |
e finisce alla destra con San Florentino Asensio Barroso, uno degli ultimi martiri della Chiesa contemporanea. In ogni vescovo c’è qualche piccola sottolineatura della sua vita, della sua teologia, della sua pastorale, della sua spiritualità e le casule e le mitre non sono mai ripetute per sottolineare la diversità del sacerdozio in Cristo ma nell’unità dello stesso Cristo. | |
Parete destra | |
Il martire esplicita in modo storico e visibile una realtà sacramentale, cioè che la Chiesa è veramente il Corpo di Cristo. Dove è il martire lì c’è Cristo. I due reliquiari ai lati dell’abside esposti alla venerazione testimoniano questo grande mistero della Chiesa – Corpo di Cristo. Le corone di gloria, della gloria di Cristo, evocano il modo del martirio, rendendo così visibile che il martire è veramente in Cristo perché con il suo martirio partecipa alla morte di Cristo, l’unica capace di convertire il male nel bene. Ciò che sulla terra era la sofferenza ed espressione del male del mondo sul martire in Cristo diventa luce della gloria. La stessa luce di una vita dinamica si estende e muove il mosaico nelle sue parti decorative attraverso tutta la cappella. I diversi materiali ricchi e poveri, luminosi e opachi, piccoli e grandi, sono composti in forme libere e geometriche, ferme e in movimento, in modo da creare una giusta tensione tra i diversi per creare un’armonia, la comunione e l’unità nella diversità. Si esprime così la Chiesa ma si offre così anche all’occhio umano di gustare quell’esperienza di bellezza e di luce che è necessaria per essere in grado di accogliere il contenuto e la dottrina, il dogma, il Mistero. | |
Lato sinistro | |
Anche sull’altare – come sulla porta d’ingresso – troviamo la croce di Cristo e dello Spirito Santo, cioè la croce dell’amore di Dio che dà la vita. Questa volta la croce ha la ferita: Cristo sulla croce con il costato aperto versa lo Spirito Santo che ci rigenera, proprio come l’altare dell’eucaristia. | |
Presbiterio | |
Sul tabernacolo c’è una miniatura di Cristo Buon Pastore che scende fino alla morte per recuperare l’umanità morta in Adamo ed Eva. | |
Tabernacolo | |
Le due vetrate non sono figurative, perché sono troppo vicine a noi e per questo motivo non sopportano le figure. Le figure nelle vetrate hanno il loro significato spirituale solo se sono molto lontane, come lo erano nelle cattedrali gotiche, dove l’immagine appare all’occhio umano come un’immagine trasfigurata nella luce. Mentre quando l’immagine si avvicina allo sguardo, questa trasfigurazione non appare. | |
Lato sinistro | |
Difatti non troviamo esempi dove i fedeli venerino le immagini sacre di una vetrata. Per questo motivo si opta per una vetrata di scrittura. Le parole vengono fatte in modo tale che il fedele deve leggere sforzandosi. Ed è questa partecipazione attiva del fedele alla lettura che aiuta ad imprimere nel cuore ciò che la luce comunica attraverso la parola. | |
Lato destro |