| Nel dicembre 2007 sono stati realizzati l’abside con la scena in mosaico della Natività, gli arredi del presbiterio e le pareti laterali: sulla destra le tre nicchie con mosaici di Sant’Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio e San Pietro Canisio, mentre sulla sinistra quattro vetrate con decorazioni. |
CAPPELLA | |
La Cappella comincia e finisce con un piccolo frammento di abside, che nei tempi antichi significava il grembo del Padre che eternamente genera il Figlio, perché tutto veniva dall’abside e si focalizzava nell’abside. Abside L’immagine del mosaico dell’abside si ispira ad uno dei temi più ignaziani, cioè l’incarnazione. Si è scelto di fare al lato sinistro un accenno a quella che è la seconda meditazione della seconda settimana degli Esercizi spirituali di sant’Ignazio, cioè l’incarnazione decisa dalla santissima Trinità che contempla il mondo. C’è pertanto un’evocazione simbolica della Trinità attraverso i tre cerchi che si penetrano, che procedono l’uno dall’altro, che potrebbe evocare simbolicamente il mistero dell’unità delle tre Persone divine. | |
Presbiterio | |
La Madonna sta seduta su una montagna di terra. La montagna è il luogo della rivelazione di Dio, che si è rivelato sommamente in Maria, sua Madre, che è la cima di questa montagna. Tale montagna si trova dentro ad una grotta, che è il simbolo dell’abisso, del vuoto, del male, della morte, del peccato, della non salvezza, del disastro dopo il peccato. Abbiamo così un’antinomia molto ricca: negli abissi dell’umanità, dove l’uomo ha trovato il nulla e la morte come salario del peccato, lì c’è la montagna suprema della rivelazione di Dio, che si manifesta proprio dove c’è il peccato dell’uomo e la morte. Infatti, è sceso fin lì. | |
Abside | |
Giuseppe sta dietro, come una colonna, e guarda in alto, contemplando il vero Padre del Bambino. Nelle antiche immagini, che certamente anche Ignazio avrà visto, Giuseppe era sempre un po’ appartato, con il bastone – la radice di Iesse, seccata, che comincia a germogliare. | |
Abside | |
Vetrate e nicchie Nella cappella poi ci sono delle vetrate e delle nicchie davanti a ciascuna vetrata. | |
Pareti laterali | |
Perciò, davanti ad ogni vetrata, ad ogni “parola”, c’è una persona: sant’Ignazio di Loyola, | |
Pareti laterali | |
san Francesco Saverio con la conchiglia del battesimo e con il sole rosso, allusione al Giappone, e | |
Pareti laterali | |
san Pietro Canisio con il libro in mano, dato che è il primo gesuita che abbia pubblicato un libro. Pietro Canisio è benedicente, perché a lui è dedicata la cappella e la residenza in cui essa si trova. | |
Pareti laterali | |
Queste vetrate – alla portata dell’occhio, perché vicine, dove quindi è impossibile rappresentare una figura – sono fatte recuperando quell’ancoraggio oggettivo che rappresentavano le figure dei santi nelle vetrate medievali, correggendo con ciò l’eccessivo soggettivismo che l’astrattismo può portare con sé. Se nel medioevo hanno costretto la luce a rifrangersi attraverso le figure dei santi, qui si obbliga la luce ad rifrangersi attraverso le parole spirituali. A causa delle lettere, che sono quelle della Parola di Dio, l’artista è stato costretto a tener conto di una oggettività che aiuta il rifrangersi della luce in modo nuovo e diverso. |