La prima immagine della Pentecoste, che per molto tempo è rimasta l’unica, era il I Concilio di Gerusalemme. Gli apostoli erano rappresentati seduti come un tempo si sedeva nei consigli dove si prendevano le decisioni importanti. Si tratta di una composizione a semicerchio, avente da un lato san Pietro e dall’altro san Paolo. In questa rappresentazione non c’era la Madre di Gesù, proprio perché l’immagine evocava il primo concilio della Chiesa, dove Maria non era presente. | |
Veduta d’insieme | |
Con questa opzione iconografica vogliamo sottolineare soprattutto due elementi: | |
Pentecoste | |
Questa soluzione sembra particolarmente significativa per questa Cappella, perché in qualche modo si intuisce che questo mantello raccoglie gli apostoli, ma è anche tessuto dagli apostoli stessi. Liturgicamente questo diventa ancora più esplicito, in quanto si tratta della Cappella del Vescovo, “spinto” dentro questo mantello della Madre di Dio e della Chiesa, tessuto dalla tradizione apostolica. Si è generati dalla Chiesa e i sacramenti esprimono questa generazione, la realizzano ed esplicitano. | |
Particolare | |
Accanto all’ambone, sul quale c’è la fiamma dello Spirito Santo, si trova l’angelo con la lampada. Ogni angelo è testimone della presenza di Dio. La sua presenza accanto all’ambone ci richiama non solo l’annunciazione, ma vuole rendere testimonianza alla Parola che è lampada ai nostri passi. | |
Angelo | |
Sul frontale dell’altare c’è una croce d’oro sulla quale è rappresentato tutto il mistero dell’incarnazione e della pasqua, i misteri che costituiscono l’eucaristia e la Chiesa. Sul braccio orizzontale della croce sono rappresentati l’arcangelo Gabriele e la Madre di Dio e su quello verticale il Cristo crocifisso e il Cristo della discesa agli inferi da dove ascenderà portando con sé i prigionieri, cioè noi, trofeo della sua vittoria (cf Ef 4,9). | |
Particolare altare | |
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Particolare tabernacolo | |
Di fronte all’altare, sulla porta che separa dal salone, abbiamo preferito fare una pittura, come progetto per una vetrata. In questo dipinto dai colori chiari, luminosi e vivi, posti in una composizione vivace e dinamica, sono scritti i santi e i beati della Diocesi. Essi sono la più autentica espressione dei doni dello Spirito Santo. Allora, mentre il Vescovo celebra facendo parte del tessuto apostolico della Chiesa, contempla di fronte a sé la Chiesa locale già glorificata in Cristo e Cristo glorificato nella sua Chiesa. Così come con l’epiclesi lo Spirito Santo transustanzia i doni eucaristici del pane e del vino nel corpo di Cristo, così per la stessa epiclesi lo Spirito scende e transustanzia le donne, gli uomini e i bambini di questa Chiesa locale precisa nel Corpo di Cristo che è la Chiesa. Poiché se Cristo è la testa, noi siamo le membra: “un solo uomo che si estende fino alla fine del mondo” (Agostino). | |
Parete posteriore |