CRISTO IN GLORIA
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EUROPA

CHIESA DI NOSTRA SIGNORA DEL SS. SACRAMENTO E SS. MARTIRI CANADESI A ROMA [2007]

Indirizzo
Via Giovanni Battista de Rossi, 46 - 00161 Roma, Italia
Parola chiave
CRISTO IN GLORIA, Crocifissione, DEISIS, Emmaus, MARIA MADRE DI DIO, Maria Orante, S. Martiri Canadesi, SANTI E BEATI, Spirito Santo

Il sacramento è una realtà scelta, per volontà di Dio, in cui Cristo nella sua Chiesa, per opera dello Spirito Santo, continua ad amare, salvare e santificare in modo sensibile l’umanità. Nella Pasqua di Gesù Cristo, Dio ha compiuto la sua opera di redenzione del genere umano. Perciò il cuore e la sostanza di ogni sacramento è l’evento pasquale, il triduo, il passaggio dalla morte alla risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo. Se vogliamo parlare del sacramento, non possiamo dunque evitare la pasqua di Cristo, anche perché la Pasqua è la forma in cui nella storia vive e si realizza l’amore di Dio. Il rapporto di beatitudine tra Padre e Figlio nella storia si traduce nel dramma del Calvario. Ci sono pertanto questi due registri del sacramento: il martirio, la crocifissione, l’abbandono di Dio nelle nostre mani, e il trionfo, la gloria, apparizione di tutto quello che l’amore di Dio ha assunto. Il corpo martirizzato in cui abbiamo inciso le ferite appare come un corpo di gloria dove le ferite diventano una luce senza tramonto.

Veduta d’insieme
Dicembre 2007

 

La Madre di Dio è in un certo senso un sacramento, perché proprio in essa, per opera dello Spirito Santo, Dio ha preso un corpo; lei gli ha dato il suo corpo, affinché con il suo amore Dio potesse toccare il nostro corpo mortale e strapparlo alla morte. Sin dai primi secoli, la Madre di Dio è stata vista come immagine della Chiesa. Già per i Padri, la Chiesa era il sacramento della salvezza del mondo, e il Vaticano II lo ha detto esplicitamente. Quindi, se vogliamo parlare della nostra Signora del Santissimo Sacramento, dobbiamo dire tutto questo.
Così si offre da sola la soluzione iconografica: la Madre di Dio nell’atteggiamento chiamato in greco deisis. E’ un atteggiamento di preghiera, ed è diventato l’atteggiamento privilegiato per la Madre di Dio e per Giovanni Battista, perché queste due persone hanno veramente affermato che l’unico senso della loro esistenza era diventare un gesto che indica e comunica Cristo. Lei lo ha partorito al mondo e il Battista lo ha indicato. Per questo motivo sulla facciata, proprio nel centro degli episodi, c’è la Madre di Dio: una donna dimessa, la serva del Signore che ha segnato la storia con la sua espressione: “si faccia come tu dici, anche se io non comprendo tutto”.

La Madre di Dio che indica il pane spezzato sul costato di Cristo
Dicembre 2007

 

Maria indica la scena del suo Figlio con i due discepoli di Emmaus. L’immagine fa vedere che Cristo spezza il pane sul suo costato, il che ci aiuta a comprendere che quel pane che lui sta dando è il suo corpo, è la carne di Dio. In ogni eucaristia noi offriamo il pane insieme a tutte le nostre offerte e poi, per opera dello Spirito Santo e della liturgia della Chiesa, questo stesso pane diventa il corpo di Cristo. Viene assorbito in Cristo e poi ci viene ridato. Noi ci comunichiamo allora con ciò che abbiamo offerto, solo che è trasformato, trasfigurato, impresso nella carne di Dio.
Nell’Ultima Cena Cristo ha preso il pane nelle sue mani e lo ha dato da mangiare ai discepoli. Ha spezzato il pane, lo ha distribuito e ha detto: “Mangiate”, e lo hanno mangiato. Che cosa è successo con il pane? Lo hanno mangiato, cioè lo hanno distrutto. Perché, mangiando, il cibo si distrugge. Ma, facendo questo, la persona che mangia, vive. E’ come se Cristo dicesse: Ecco, così farete di me. Questo pane sono io, è il mio corpo dato nelle vostre mani. E quando mi distruggerete, quando mi inchioderete sulla croce, vedrete e gusterete quanto è buono il Signore che si affida in questa misura nelle vostre mani. Voi avete paura di Dio e non vi fidate di Lui, vi fidate più di voi stessi, ma Lui si fida di voi. Dio infatti, come dice l’apostolo, fa il primo passo e ci ha amati per primo (cf 1Gv 4,19): dona se stesso nelle nostre mani.
Nella scena, il braccio del discepolo prolunga il braccio di Cristo, ad indicare che il gesto del Signore continua nei sacramenti della Chiesa. L’altro discepolo ha le mani coperte. E’ un gesto liturgico di rispetto assoluto davanti al sacro che nel nostro tempo, in cui siamo spesso abituati ad un rapporto profanato, è molto significativo. Il discepolo si rende conto che il pane non è più semplice pane, ma è abitato da una presenza.

Il pane spezzato
Dicembre 2007

 

Sotto la scena di Emmaus c’è la crocifissione, il momento nel quale questo pane spezzato si è compiuto in piena realtà. Ogni pane spezzato ci apre la porta su quel Calvario dove, una volta per tutte, Dio per amore si è dato nelle nostre mani.
Questa chiesa è dedicata anche ai martiri canadesi. In Fil 3 o in Rm 6 leggiamo che noi nel battesimo viviamo proprio ciò che si vede sull’immagine del mosaico: siamo simili a Cristo nella morte, moriamo con lui, siamo crocifissi con lui. Nel battesimo muore la vita dell’uomo vecchio, e risuscita una vita nuova, data dallo Spirito Santo, la vita divina, che è la partecipazione all’amore di Dio e che si realizza nella Pasqua. I martiri hanno vissuto il battesimo in pienezza. Sono morti con Cristo – e l’immagine li fa vedere proprio in una specie di con-crocifissione. Nell’arte cristiana il santo non deve assomigliare alla sua fotografia, ma deve avere tre similitudini. La prima similitudine è con un altro santo – e siccome questi martiri sono gesuiti, uno è simile a sant’Ignazio. Poi, tutti devono essere simili in qualche modo a Cristo. Infine, un gesto deve appartenere a quel santo. Così qui è indicato che a uno hanno strappato il cuore dal petto e ad un altro hanno tagliato la testa. Sono morti in Cristo, e li troviamo con lui nella vita eterna, nella luce che non tramonta.

La Crocifissione: Cristo con i martiri canadesi
Dicembre 2007

 

Se stiamo offrendo la nostra vita – e questo vuol dire che ci stiamo distruggendo a causa dell’amore –, non ci dobbiamo scoraggiare nelle notti lunghe, nel dolore, nella tristezza, ma avere fede. E’ sempre un momento lungo quando il seme muore e non si vede ancora il germoglio. Tutto ciò che si sta consumando nell’amore, si sta risparmiando per Dio, per la salvezza, per la risurrezione. Per questo Cristo in alto è più grande, Cristo in gloria è più grande, quindi è più vicino a noi che il Cristo della crocifissione. Allora la prospettiva proprio cresce all’opposto: più che si sale, più è grande, perché ci è più vicino.

Cristo in gloria con i santi martiri
Dicembre 2007

 

L’artefice di tutto ciò di cui abbiamo parlato è lo Spirito Santo. E’ presente sulla facciata della chiesa, ma non è facile vederlo, bisogna un po’ cercarlo nel simbolo della colomba in bianco, oro e rosso. Lo Spirito Santo è la Persona divina più kenotica, più umile, che è sempre in funzione e al servizio dell’altro: o di Dio Padre, o del Figlio, o dell’umanità, o del creato. Lui fa sempre emergere l’altro. Ma è proprio Lui che ci fa cambiare il pane in Cristo. E’ Lui che ci convince che l’amore vince perdendo e vive morendo. E’ Lui che ci convince della verità dell’amore. E’ Lui che fa parlare anche le pietre…

Lo Spirito Santo
Dicembre 2007

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