SACRESTIA MAGGIORE |
Secondo la tradizione, le grandi cattedrali o le chiese particolarmente significative hanno avuto sempre una sacrestia con un arredamento artistico ricco. Più si va indietro nella storia, più si vede che l’iconografia della sacrestia è unita a temi liturgici. Col passare del tempo è sempre più frequente l’iconografia della scuola apostolica. Tenendo conto del nostro tempo, dove da una parte la Chiesa del Vaticano II considera in maniera rinnovata la tradizione e, dall’altra, precisamente gli ultimi anni, dove si assiste al risveglio di interesse verso la liturgia e l’arte liturgica, si è ritenuto particolarmente adeguato introdurre un tema liturgico. La sacrestia, in effetti, nella nostra tradizione, è lo spazio della preparazione per la liturgia. Nelle liturgie orientali la preparazione si accompagna a riti teologicamente molto densi attraverso i quali si scorre la creazione del mondo come preparazione dello scenario per l’entrata di Cristo. Si sottolinea così il vincolo organico tra creazione, incarnazione e redenzione. Considerando anche i recenti itinerari della nostra teologia, si è ritenuto che il tema della creazione del mondo fosse particolarmente adeguato. Non c’è dubbio che, per il razionalismo, lo scientismo ed una specie di tecnocrazia, si è perso il senso spirituale del mondo e la creazione è minacciata di una possibile distruzione, dato che non si conosce più la sua vera natura, il suo fine, e per questo se ne abusa. Qui non basta una semplice teologia dell’ecologia. Come, per esempio, non basta una teologia femminista o una teologia politica o una teologia del lavoro. Tutte queste teologie corrono il rischio di essere troppo segnate da una risposta alle sfide immediate che provengono dalla cultura, dalla sociologia, dalla psicologia. In ogni caso, tutte queste questioni devono essere portate ed affrontate in una visione teologica organica che tenga conto della creazione e della redenzione. E’ chiaro che devono scoprirsi nuovi scorci significativi per un’antropologia di oggi, ma dentro i grandi temi dogmatici. PARETE DI FONDO Le due mani di Dio Padre Creatore: Gesù Cristo e lo Spirito Santo Il Padre crea il mondo con le sue due mani, Cristo e lo Spirito Santo. “L’uomo perfetto è il miscuglio e l’unione dell’anima che ha ricevuto lo Spirito del Padre e si è mischiato con la carne plasmata ad immagine di Dio. In effetti, per mezzo delle mani del Padre, cioè il Figlio e lo Spirito, “l’uomo, e non una sola parte dell’uomo, è fatto ad immagine e somiglianza di Dio” (Sant’Ireneo). Mettere immediatamente l’accento sul carattere personale, tanto di Dio come della creazione, mettere in rilievo il fondo trinitario della creazione significa mettere al centro l’amore, tanto di Dio come della creazione, l’amore di Dio Padre, cioè la comunione delle Persone. Allora la creazione avrà un carattere personale e perciò può culminare nella partecipazione dell’amore personale di Dio da parte della persona creata. Per questo motivo, entrando nella sacrestia ci si trovano davanti due scene: Cristo crocifisso e la Pentecoste. |
| Parete di fondo Le due mani di Dio Padre Creatore: Gesù Cristo e lo Spirito Santo Settembre 2005 |
Cristo, secondo il vangelo di Giovanni, parla della sua morte come manifestazione della gloria di Dio Padre. Secondo alcuni Padri, sintetizzati in S. Bulgakov, la creazione è fatta nella forma della croce. Il senso del mondo – e di conseguenza la sua realizzazione – si compiono dunque nella croce del Signore. Perciò, la croce è la kenosi e la gloria. |
| Parete di fondo Cristo in croce Settembre 2005 |
Lo Spirito discende sulla Madre di Dio Nella Pentecoste lo Spirito Santo scende sulla Madre di Dio-Chiesa. Lo Spirito Santo comunica la vita di Dio. La vita di Dio è, in effetti, l’amore di Dio Padre, che è il principio della comunione della Santissima Trinità. Per questo motivo, versando nei nostri cuori l’amore del Padre, lo Spirito realizza il principio della Chiesa-comunità. Lo Spirito Santo vivifica perché, in realtà, rende possibile la relazione con Dio. Più ancora: pregando incessantemente in noi “Abbà”, ci rende figli adottivi. Non solo, ma per opera dello Spirito Santo Maria di Nazaret diventa Madre di Dio, dando alla luce il Figlio di Dio. |
| Parete di fondo Lo Spirito discende sulla Madre di Dio Settembre 2005 |
PARETE DESTRA L’arcangelo Gabriele Nel primo spazio delle pareti laterali troviamo, a lato della Madre di Dio, cioè della Pentecoste, l’arcangelo Gabriele, e a lato di Cristo crocifisso l’arcangelo Michele. Così si evidenzia visivamente che lo “spazio” tra l’uomo e Dio è popolato di molti esseri spirituali creati da Dio per l’amicizia con gli uomini. Sono amici e messaggeri. |
| Parete destra L’arcangelo Gabriele Settembre 2005 |
La creazione Dal lato dell’angelo Gabriele si svolge la creazione. La prima scena della creazione è la creazione delle acque e dei pesci.
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| Parete destra La creazione delle acque e dei pesci Settembre 2005 |
La creazione della terra, degli alberi, delle piante e del grano: è la seconda scena della creazione. |
| Parete destra La creazione della terra, degli alberi, delle piante e del grano Settembre 2005 |
La creazione di Adamo ed Eva: si tratta della terza scena della creazione. |
| Parete destra La creazione di Adamo e di Eva Settembre 2005 |
PARETE SINISTRA L’arcangelo Michele A lato dell’angelo Michele si espliciterà il vero senso della creazione. Secondo la tradizione, la liturgia è quella che svela e realizza il vero senso del creato nei sacramenti. |
| Parete sinistra L’arcangelo Michele Settembre 2005 |
Battesimo di nostro Signore La scena del battesimo sta di fronte a quella della creazione delle acque e dei pesci. Il battesimo di Cristo rivela il vero significato dell’acqua e dei pesci. “Pesce”, icthys in greco, Iesous Christos Theou Yios Soter, cioè “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. L’azione dello Spirito Santo nel mondo si riflette, innanzitutto, sulla sostanza materiale cosmica, che è spiritualizzata. Come nella creazione del mondo lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque, così nel battesimo di Cristo lo Spirito Santo discese su di Lui e consacrò le acque del Giordano; ed in questa discesa pose il principio della nuova materia del mondo. Questo carattere della materia, secondo S. Bulgakov, spiega la sua capacità di arrivare ad essere “materia” del sacramento, di essere un canale dei doni dello Spirito, unito alla materia… La materia del sacramento è quella stessa materia, spiritualizzata, del secolo futuro, allo stesso modo di come le acque del Giordano sono già “le acque di vita” che germogliano dal trono di Dio e dell’Agnello della nuova Gerusalemme (Ap 22,1). |
| Parete sinistra Battesimo di Gesù Settembre 2005 |
La frazione del pane ad Emmaus La scena sta di fronte alla scena della creazione della terra, degli alberi, delle piante e del grano. Si passa, dunque, dal pane al vero Pane. Il senso della creazione è la partecipazione nell’amore. L’unità del tavolo eucaristico è quella della carità. I discepoli di Emmaus, mediante la frazione del pane, riconoscono il Signore. Questo episodio ci aiuta ad evidenziare il senso di tutto il creato che è aiutarci a riconoscere il Signore. |
| Parete sinistra Il pane spezzato a Emmaus Settembre 2005 |
Discesa agli inferi La resurrezione composta come una discesa agli inferi – la cui ispirazione si deve alla lettura di scritti di sant’Efrem il Siro – è la scena che sta di fronte alla scena della creazione di Adamo e di Eva. La discesa agli inferi avviene per “tirare fuori” dalla morte Adamo ed Eva, cioè tutta l’umanità. La morte è il salario del peccato. Se Cristo ha assunto l’umanità, allora in Lui la nostra umanità già è redenta. Questa salvezza per noi si apre nel battesimo che è il passaggio, con Cristo, attraverso la croce, la morte e la sepoltura, fino alla resurrezione (cf Rm 6,3-11). Il vero uomo è l’uomo redento. L’uomo innestato nel nuovo Adamo è presentato al Padre come figlio nel Figlio. La resurrezione-discesa agli inferi è in qualche modo già presente anche nella tradizione spagnola, come testimonia ad esempio una bella pala dell’arcivescovo Sancho de Rojas dipinta da Rodriguez de Toledo agli inizi del XV secolo, esposta ora al Museo del Prado. Oggi può essere un momento particolarmente adeguato per ricorrere a questa tradizione perché si sperimenta una stanchezza generale e la morte a tutti i livelli. Occorre far vedere che la vera antropologia si basa sulla creazione, la trasfigurazione e la redenzione. |
| Parete sinistra Discesa agli inferi e ricreazione di Adamo e di Eva Settembre 2005 |
PARETE D’INGRESSO La Saggezza divina, testimone e custode della creazione Di fronte alle “due mani” con cui il Padre crea il mondo, Cristo e lo Spirito Santo, è raffigurata la Sapienza divina che si compiaceva davanti a Dio mentre creava: “Dall’eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata. Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi, né le prime zolle del mondo; quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso; quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso; quando stabiliva al mare i suoi limiti, sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia; quando disponeva le fondamenta della terra, allora io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno, dilettandomi davanti a lui in ogni istante; dilettandomi sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo” (Pr 8,23-31). La Sapienza divina è la visione di Dio mentre crea, è la sua idea, la sua immaginazione, il suo progetto. Per questo motivo si può giustamente capire come la memoria e la custodia del creato. “La Saggezza è l’angelo custode del mondo che, come un uccello che cova i suoi piccoli, copre con le sue ali tutte le creature per elevarle, a poco a poco, verso l’essere autentico”, dice V. Solov’ëv. La Saggezza divina è presente in tutto quello che è creato: “Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese io lo so, poiché mi ha istruito la sapienza, artefice di tutte le cose. In essa c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senz’affanni, onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. La sapienza è il più agile di tutti i moti; per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. È un’emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell’Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s’infiltra. È un riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e un’immagine della sua bontà. Sebbene unica, essa può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso le età, entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e profeti” (Sap 7,21-27). “Sta, disseminata in tutto il creato, la presenza di una memoria divina che custodisce in primo luogo il mondo nel suo disegno, e inoltre lo conduce sempre di più verso una esplicita rivelazione di questa realtà interna del mondo. L’essenza celeste nascosta sotto le apparenze del mondo inferiore era lo spirito luminoso dell’umanità rigenerata, l’Angelo custode della terra, la manifestazione futura e definitiva di Dio”, afferma V. Solov’ëv. La Saggezza divina è, pertanto, un principio di pensiero vivo, non astratto. Appartiene a Dio. E’ il principio della personificazione. Il pensiero sapienziale ragiona rispetto alla relazione tra il creato e il Creatore. La Saggezza, dunque, si concentra in Cristo, nella Madre di Dio e nella Chiesa. Oggi, una mentalità basata sui principi astratti ha creato una scienza ed un sapere che non tengono conto della vera vita. Perciò è particolarmente importante far vedere che le idee affondano nelle idee di Dio e che per questo motivo sono vive. La stessa cosa vale anche per le nostre immagini. Si tratta, pertanto, di un modo sapienziale di pensare: la Sapienza unisce conoscenza e vita. La conoscenza che si traduce in uno stile di vita fa sì che la vita duri eternamente. |
| Parete d’ingresso La Sapienza divina, testimone e custode della creazione Settembre 2005 |