TEMPO DI PASQUA, VII Settimana di Pasqua

VII SETTIMANA DI PASQUA – Lunedì

[IL VANGELO DI OGNI GIORNO] VII SETTIMANA DI PASQUA – Lunedì

 

 

Lunedì – LA PACE NELLE TRIBOLAZIONI (Gv 16,29-33)

 

Vi dispererete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo, ma io non sono solo, perché il Padre è con me

Perché la solitudine pesa? L’uomo è un essere sociale, la sua persona ed il suo carattere si sviluppano a contatto con gli altri. Il bambino lasciato a lungo da solo non si sviluppa armonicamente. L’esperienza dell’abbandono provoca una grande sofferenza a tutte le età. Eppure c’è qualcuno che cerca espressamente la solitudine. Gli innamorati si appartano perché cercano l’intimità, non la solitudine. Lo stesso fanno i monaci. La parola monaco viene dal greco monos, e significa solo, abbandonato. I primi cristiani scoprirono che nella solitudine e nell’abbandono vivevano meglio, più in profondità l’intimità con Dio. Succede anche ai monaci moderni. Nella biografia di Charles de Foucauld si legge che una volta in Africa era andato a trovare il console francese, che si fece attendere a lungo. Quando alla fine lo ricevette, il console si scusò: “Perdonatemi se vi ho lasciato solo così a lungo”, gli disse. “Non sono mai solo”, rispose il monaco. Ad imitazione di Cristo, egli era sempre con il Padre.

 

 

Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia

C’è un proverbio che dice: “Meglio solo che male accompagnato”. È un detto che oggi non incontra molto favore, perché a nessuno sembra più piacere la solitudine. Magari, quando il solito ambiente diventa insopportabile, una persona cerca la solitudine, ma subito ne sente il peso e torna a tuffarsi nella vita sociale, nella quale però continua a sentirsi a disagio. È come una forma di depressione, una sensazione di esilio, di estraneità che può accompagnare anche per tutta la vita.

C’è un’istituzione oggi per i depressi e gli sconsolati: il telefono amico. Si chiama un certo numero dove risponde una voce accogliente e comprensiva che sa ascoltare, dice qualche buona parola e ripete di avere coraggio. È un servizio di carità: ma serve a qualcosa? È come un’aspirina per il mal di testa; passa il sintomo, ma non basta una parola per guarire il disturbo profondo. Per arrivare ad avere davvero coraggio, bisogna arrivare a percepire accanto a sé una Presenza potente che non ci abbandona mai.

 

Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me

Chi ha il cuore inquieto non trova pace nella solitudine, anzi la sua inquietudine peggiorerà. Per i filosofi antichi la pace è il sentimento che si prova quando tutto è armonico, al suo posto. La parola greca kosmos ha in sé il senso della bellezza e dell’ordine; l’universo e il movimento delle stelle sono kosmos. La vita umana, invece è piena di disordine. Per essere felici bisogna allora mettere ordine nella propria vita. Ma secondo quale criterio bisogna ordinarla? Secondo il movimento degli astri, dicono gli antichi astrologi: si trova la pace armonizzando la propria vita al ritmo dell’universo.

I Padri della Chiesa se la ridevano di queste teorie. L’armonia con Giove o Venere non serve a niente, se non c’è armonia con la volontà di Colui che li ha creati. La pace è il segno celeste della nostra volontà unita alla sua.

 


 

IL VANGELO DI OGNI GIORNO sono le riflessioni sul Vangelo feriale tratte dall’omonimo libro di padre T. Špidlík che fin dall’inizio è stato il fulcro del Centro Aletti, offrendo il fondamento della sua riflessione teologica e ispirando il lavoro artistico portato avanti da p. Marko I. Rupnik e dal suo atelier.

Il Vangelo di ogni giorno si aggiunge al Vangelo festivo commentato da p. Marko I. Rupnik e alle Briciole di Parola di Fra Roberto Pasolini.

Il libro è disponibile sul sito LIPA.

 

About the author

Notizie correlate