TEMPO DI PASQUA, VII Settimana di Pasqua

VII SETTIMANA DI PASQUA – Venerdì

[IL VANGELO DI OGNI GIORNO] VII SETTIMANA DI PASQUA – Venerdì

 

 

Venerdì – PASCI LE MIE PECORELLE (Gv 21,15-19)

 

Simone di Giovanni mi ami tu più di costoro?

 Questo colloquio di Gesù con Pietro è uno dei più bei testi del vangelo. In Palestina c’è una piccola cappella che lo commemora, e all’interno c’è un grande sasso, il pezzo di roccia dove si crede che stesse seduto Gesù.

Rivolge a Pietro una domanda inquietante, a cui è impossibile dare una risposta. Chi può dire di amare Cristo più degli altri? La risposta di Pietro quindi è umile, ma convincente: “Signore, tu lo sai che ti amo”. Il testo greco usa un termine che è importante per comprendere l’amore cristiano: agapote. Non eros, l’amore di desiderio, ma agape, il desiderio di fare il bene dell’altro. È come se Pietro dicesse: “Farei qualsiasi cosa per te”. Qui, in questo colloquio, Pietro riceve in modo definitivo la sua vocazione.

 

Pasci le mie pecorelle

Su questo testo san Giovanni Crisostomo fa una riflessione: Gesù non dice a Pietro “Dormi sulla nuda terra, digiuna, vestiti di sacco”; no, gli dice “Pasci le mie pecorelle”. Cioè non gli raccomanda le pratiche ascetiche tanto diffuse ai suoi tempi, ma affida all’amico che lo ama e che Lui ama ciò che gli è più prezioso, le anime umane.

Nella tradizione della Chiesa ci sono due tipi di società religiose, a seconda della maniera di vita: gli ordini contemplativi e quelli apostolici. Nei primi secoli si riteneva che tutti i monaci dovessero essere contemplativi, cioè dediti alla preghiera, alle pratiche ascetiche e all’esercizio delle virtù. Ma quando arrivarono ad un grado più alto di intimità con Dio, capirono che dovevano uscire dalla solitudine e dedicarsi agli altri per condurli a Cristo.

 

Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi ami?”

Il vangelo nota espressamente che questa terza domanda rattrista Pietro, che la interpreta come un’allusione al suo triplice rinnegamento di Cristo, la notte della sua passione. Sembra un tacito rimprovero, un ricordo triste che offusca la gioia presente. Ma Gesù ricorda il passato solo come insegnamento: l’amore di Dio non è offuscato dai peccati passati, al contrario il loro ricordo serve ad accrescere l’amore. Quando gli asceti consigliavano di ricordare i peccati passati e di piangere su di essi, davano per scontato che fossero già stati perdonati. Sono lacrime di consolazione per la gratitudine che neanche il male è riuscito a separarci dall’amore di Dio, e perché Cristo continua ad avere fiducia in noi anche quando noi non ne abbiamo in Lui.

Pietro diventerà capo della Chiesa che nel nome di Cristo perdona i peccati. Quella notte sulle sponde del mare di Tiberiade sperimenta su se stesso cosa significa il perdono e quanta volontà di una nuova vita sa suscitare.

 


 

IL VANGELO DI OGNI GIORNO sono le riflessioni sul Vangelo feriale tratte dall’omonimo libro di padre T. Špidlík che fin dall’inizio è stato il fulcro del Centro Aletti, offrendo il fondamento della sua riflessione teologica e ispirando il lavoro artistico portato avanti da p. Marko I. Rupnik e dal suo atelier.

Il Vangelo di ogni giorno si aggiunge al Vangelo festivo commentato da p. Marko I. Rupnik e alle Briciole di Parola di Fra Roberto Pasolini.

Il libro è disponibile sul sito LIPA.

 

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