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EUROPA

CAPPELLA DEI SALESIANI DI DON BOSCO A POPRAD [2022]

Indirizzo
Velické námestie, 1 - 05801 Poprad – Veľká, Slovacchia
 

 

 

 

Nel mese di marzo 2022 sono state realizzate in pittura le pareti della cappella con le scene di Tre Angeli in visita a Mamre, Trasfigurazione, Annunciazione, Buon Pastore e due salesiani, San Giovanni Bosco e il Beato Filippo Rinaldi, patrono della casa.

 

 

CAPPELLA
 

Nella cappella sono state realizzate quattro scene. La scena principale è la Trasfigurazione di Cristo sul monte. Di fronte è raffigurata la Santissima Trinità con l’immagine che biblicamente riprende la visita di tre personaggi da Abramo e Sarah, presso la quercia di Mamre. Poi c’è l’Annunciazione e il Buon Pastore.

L’arte della liturgia, dello spazio liturgico, è come la liturgia, ha la stessa natura. Cioè, nella preghiera eucaristica di Basilio il Grande, viene usata una parola greca αναδεχαι (anadexai), significa che con la discesa dello Spirito Santo, il pane manifesta il Corpo di Cristo. Allora, tutta l’arte ha senso di manifestare un contenuto che non è un’idea, ma una persona di Dio, anzi della comunione delle persone divine che si cominicano all’uomo. Il Padre è rivolto all’uomo perché ha rivolto la sua Parola all’uomo che è Cristo. L’uomo però dopo il peccato non può capire questa parola e allora Dio si è fatto uomo, cioè questa Parola si è fatta uomo: queste quattro scene comunicano proprio questo.

Cappella
Veduta d’insieme
Marzo 2022

 

Nell’abside, che rappresenta il grembo di Dio Padre, troviamo la scena della Trasfigurazione di Cristo sul monte. Questa scena è la sintesi di tutta l’opera e fa vedere come la realizzazione dell’uomo avviene quando lui vive da figlio. Cristo vive la sua umanità così come vive la sua divinità, cioè offrendo sé stesso. L’offerta di sé viene compresa dalla “logica della valle” come un fallimento. Cristo viene deriso, rifiutato e ucciso. Ma proprio prima della Passione Cristo porta i discepoli sul monte per far vedere che l’effetto di un’umanità vissuta a modo del dono è la luce da dentro. La luce, resa con il colore bianco, viene da Cristo, e dalla sua veste traspare la luce dato che il vestito è l’espressione dell’uomo.

Il bianco viene inteso come il colore del Risorto e non è, come si potrebbe pensare, assenza di colore. Piuttosto il bianco dice un altro livello del colore. In Apocalisse (7, 13-14) si legge: “Questi che sono vestiti di bianco chi sono e da dove vengono?”. Gli risposi: “Signore mio tu lo sai”. E lui: “Sono coloro che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell’Agnello”.

Se il rosso è il colore del fuoco, dell’amore, cioè il colore proprio di Dio, si può dire che il bianco emerge come luce da questo fuoco. Cristo ha passato con la sua umanità il fuoco dell’amore supremo attraverso il dono di sé e ha donato all’umanità la possibilità di essere illuminata dal di dentro e risplendere come luce.

In questa scena, Cristo luce del mondo, emerge dal blu, colore del cosmo e dell’uomo. Il cielo si è oscurato perché ha trovato un nuovo sole che fa parte di un nuovo mondo. La montagna su cui è Cristo è bianca, gialla e rossa, colori del nuovo mondo.

In questo mondo nuovo inaugurato dal Figlio, l’umanità stessa ha la possibilità di diventare trasparente alla vera luce, cioè di far passare la vera luce, la vera vita così come una lampada lascia passare la luce: tu sei la luce alla mia lampada (cf. Sal 18,29). Vuol dire che noi facciamo trasparire Dio attraverso la nostra umanità e questo è possibile grazie al battesimo che ci ha innestato in Lui.

È molto bello che Elia e Mosè che vengono a parlare con Cristo, la Legge e i profeti, alla fine non dicano più niente agli apostoli. Tutta la Scrittura si compia in Cristo, perciò anche Elia se ha da dire qualcosa, lo dice attraverso Cristo. Ormai tutto è compiuto in Cristo. Questa è proprio la sintesi dell’opera.

 

Parete centrale
Trasfigurazione
Marzo 2022

 

Il Buon Pastore ha sulle sue spalle la pecora ritrovata. I padri chiamano Cristo il “Bel Pastore” che lascia sul monte novantanove pecore, e scende, cioè vive una κενοσις (kenosis). Il Padre, per mezzo del Figlio abbandona il modo di gloria e scende a cercare l’uomo, la pecora che si è perduta. Quando la pecora viene ritrovata è caricata sulle spalle e, come si vede nell’immagine, volge lo sguardo verso l’alto, verso il Padre. Infatti, Cristo si è caricato l’uomo sulle spalle, cioè ha assunto l’umanità intera, per passare all’uomo lo stesso suo modo di esistere, cioè quello del Figlio. E il Figlio non fa altro che guardare il Padre. Ecco il grande cambiamento: Dio è un essere assoluto, ma è Padre. Con il Padre si dialoga, si vive in relazione.

Questo grande passaggio dall’essere perduto all’essere riportato al Padre è messo in luce anche dai colori. Ai piedi del Pastore troviamo il colore verde. Questo è il colore della creazione, della terra tant’è che in tutta l’iconografia cristiana Adamo ha il mantello verde, come figlio della terra. Qui la discesa di Cristo, bel Pastore, viene messa in luce da questo colore. Il Pastore si fa uomo e solo da uomo può incontrare l’uomo perduto che addirittura è sceso nel sottosuolo. Quando Cristo lo trova gli ridà la vita e gli offre una esistenza nuova. L’uomo viene portato a guardare il Padre. Dal verde al rosso. In questo passaggio si contempla il sacerdozio di Cristo che si realizza per noi nell’Eucarestia, passaggio eterno al Padre.

Parete destra
Buon pastore
Marzo 2022

 

Tutte le scene di questa cappella dicono l’azione compiuta da Dio per ritrovare l’uomo: Dio si è fatto carne perché l’uomo lo potesse incontrare. Nella scena dell’Annunciazione, Maria “traduce” la Parola nell’immagine. Essa accoglie l’annuncio dell’Angelo. Quest’accoglienza è reale e si traduce nel simbolo che ha tra le mani, un gomitolo. Maria sta tessendo la Carne al Verbo. Fino all’annunciazione l’umanità ha ascoltato la Parola, da quel momento la Parola è diventata visibile.

La Madre sta per terra ed è avvolta dal colore blu che l’avvolge seguendo una forma concava. Questa forma dice lo svuotamento e l’accoglienza che indicano il modo proprio di vivere di Dio Padre. La Madre è tale poiché ha lo stesso atteggiamento del Padre. Quella di Maria è un’umiltà totale. Lei si apre, non conta su sé stessa. Maria si svuota per fare spazio al rosso, colore di Dio. L’angelo Gabriele appoggia sul verde della terra. Dio infatti ha mandato il suo messaggero sulla terra verde per parlare con Maria: l’incontro con Dio passa da un’esperienza reale e non è frutto di qualche misticismo o idea.

 

Parete destra
Annunciazione
Marzo 2022

 

Abramo è il primo che comincia a cogliere che l’uomo è fatto per vivere in dialogo con il Dio che lo chiama. Per vivere questa relazione deve uscire da sé stesso, deve lasciare il legame di sangue, di famiglia, della patria, per iniziare a vivere secondo la Parola che chiama. Dio dice ad Abramo “Esci dalla tua terra!” (Gen 12) – infatti la terra è rossa, nel senso che Abramo dovrà scoprire che la terra non è una possessione ma è abitata da Dio. Quando si inizia a vivere a partire dalla Parola che chiama il fondamento è il rosso, colore dell’amore di Dio, e il verde, il colore del creato è presente, ma confluisce sull’altare come frutto della terra e del lavoro dell’uomo offerti per manifestare Dio.

Abramo farà un lungo cammino per imparare a vivere a partire dal “Tu”, cioè secondo il principio dell’accoglienza. Dopo aver fallito molte volte e avere sperimentato la sua sterilità, ormai anziano Abramo sarà capace di accogliere i tre personaggi misteriosi arrivati presso le Querce di Mamre (Gen 18, 1-16). In questo passo biblico Abramo riuscirà ad accogliere veramente l’alterità, proprio così come lui era stato accolto da Dio nell’Alleanza (Gen 15, 1-21). L’accoglienza segnerà per lui e Sara il passaggio alla fecondità e lì riceveranno la promessa di un figlio. Anche il modo di essere padre sarà per Abramo la scoperta di una novità: lui dovrà essere padre non secondo la sua visione (possesso, eredità, terra) ma al modo di Dio. Perciò una paternità secondo Dio e non secondo gli uomini.

Per questo sull’altare è presente un agnello, immagine del vero Agnello, in luce del quale tutte le offerte sono compiute.

Parete di fondo
Tre angeli in visita a Mamre
Marzo 2022

 

San Giovanni Bosco e il Beato Filippo Rinaldi tengono tra le mani la Parola che dice “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre” (Gv 10, 14). Così come nelle scene della Trasfigurazione e della Trinità, la terra su cui i santi camminano è di colore rosso ossia è terra redenta poiché Cristo è sceso per visitarla e unirla a sé. La vocazione che unisce questi santi è quella di partecipare al Buon Pastore che scende negli abissi della terra per riportare l’uomo all’incontro con il Padre.

Corridoio
San Giovanni Bosco e il Beato Filippo Rinaldi
Marzo 2022

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