ALTRI PERSONAGGI NUOVO TESTAMENTO
/
EUROPA

CAPPELLA DELLE SUORE ADORATRICI DEL SS. SACRAMENTO A LENNO (CO) [2007]

Indirizzo
Via Statale, 86 – 22016 Lenno (CO), Italia
Telefono
Parola chiave
Altri Angeli, ALTRI PERSONAGGI NUOVO TESTAMENTO, ANGELI, Arcangelo Uriel, Giuseppe sposo della Vergine Maria, INFANZIA DI GESÙ, Mosè, Natività, PERSONAGGI ANTICO TESTAMENTO

La scena raffigurata dietro all’altare è quella della Natività, dove il luogo di nascita di Gesù è la grotta scavata nella montagna. La montagna è il luogo della rivelazione di Dio ed è anche il luogo della morte di Gesù (il Calvario). La grotta è il punto più basso della kenosi. Il nero della grotta esprime il buio, il peccato… Noi incontriamo Dio negli abissi del nostro peccato, perché Lui è venuto ad assumere su di sé il male del mondo. Salire sul monte per incontrare Dio è la nostra risposta al Dio che scende.

Scena centrale
La Natività
Giugno 2007

 

Gesù è adagiato nella mangiatoia. Come la bestia torna sempre alla mangiatoia, così l’uomo torna sempre al peccato. Gesù viene lì per poterci incontrare. E’ deposto nella mangiatoia sdraiato, come si vede dalla posizione dei piedini. Ma dal punto di vista del Padre, che lo guarda dall’alto, per un gioco di prospettiva sembra essere in piedi. E’ vestito come sulla croce, con il perizoma, le mani sono aperte come sulla croce ed è messo in una posizione corrispondente alla mensa eucaristica: è l’Agnello immolato prima della fondazione del mondo. In ogni aspetto del mistero è presente tutto il mistero. Nel Natale Egli già ci coinvolge nel mistero della sua Pasqua.

Gesù nella mangiatoia
Giugno 2007

 

Nelle icone della Natività, in genere il personaggio in primo piano è la Madonna, per sottolineare che Gesù è nato da una donna (quindi è vero uomo) vergine, cioè non per “volere di uomo” – Gv 1,13 – o per i determinismi di questo mondo, ma per la potenza dello Spirito Santo che si incontra con lo spazio di accoglienza che la creatura offre al dono di Dio, consapevole di essere portatrice di un mistero che la trascende infinitamente. Maria è semisdraiata, perché è partoriente. Nelle raffigurazioni antiche normalmente le mani della Madonna erano raffigurate fasciate, perché Eva le aveva usate per prendere il frutto proibito. Nel mosaico, una mano della Vergine è posata in corrispondenza dell’altare – è cioè il rovescio di Eva e dell’umanità che cerca di possedere –, l’altra mano è sulla guancia, proprio come quando succede qualcosa di grande e di sorprendente. Maria è infatti stupita: partorisce questo Bambino, che è Figlio di Dio, e lo deve deporre in una mangiatoia. E, come noi, questo bambino nasce già per morire (la mangiatoia richiama il sarcofago).

La Madre di Dio
Giugno 2007

 

Giuseppe è appartato e sta riflettendo, come indica la mano sulla guancia. E’ avvolto in un mantello verde, perché è discendente di Adamo, figlio della terra. La Madonna guarda tra Gesù e l’altare. Giuseppe guarda il cielo, interrogandosi: “Da dove viene questo bambino? Viene dal Padre!”. Vicino a lui c’è un albero con le foglie di un verde pallido, che ricorda la radice di Iesse. Della regalità di Davide non c’è più nulla, solo un albero secco. Ma spunta un germoglio: la fedeltà di Dio è assoluta, ma i tempi non sono i nostri. Tutta la terra partecipa a questo evento. Come dice la liturgia bizantina, la terra offre la grotta, gli animali mandano i loro rappresentanti, l’umanità ha dato la Vergine. Tutto è riconducibile a Cristo, all’unico Signore.

San Giuseppe
Giugno 2007

 

Sul lato sinistro c’è l’arcangelo Michele, capo dell’esercito celeste. Michele significa “Chi è come Dio?” La spada di Michele ci ricorda la lotta spirituale contro gli inganni, le illusioni.
Sul lato destro c’è l’arcangelo Uriel, cioè “Dio è mia luce”.

L’arcangelo Uriel
Giugno 2007

 

La nascita di Cristo fu prefigurata da diverse nascite. Quella di Mosè ne è una delle più grandi prefigurazioni. La storia della salvezza passa attraverso modi non lineari. Perciò bisogna abituarsi a pensare al modo di Dio e ad abbandonare il nostro modo di pensare elaborato da soli. La madre di Mosè è in Egitto, sotto una schiavitù tremenda, che impone di uccidere i figli maschi. Partorisce (la posizione del corpo è la stessa della Madre di Dio) e affida il bambino al fiume, lo offre e si congeda da lui. Ha una fede grande: l’acqua è una sicurezza maggiore che tenere il bambino presso di sé. L’acqua del Nilo infatti salverà Mosè come salva noi nel battesimo, di cui il Nilo è una prefigurazione. Per salvare bisogna offrire. Ecco il contenuto della maternità.

Mosè salvato dalle acque
Giugno 2007

 

Le due mani della madre di Mosè indicano il dono e il dramma. La mano destra indica che vorrebbe trattenere presso di sé il bambino, quella sinistra che lo dona, lo ama e perciò lo offre. Dall’altra parte del Nilo, la figlia del faraone si appresta a ricevere Mosè. Il faraone tiene in schiavitù il popolo molto duramente. La figlia è pagana, ma in lei si sveglia la maternità e per questo salva Mosè. Oggi il mondo è scristianizzato. Dobbiamo avere occhi capaci di vedere dove passa la salvezza, come è successo con Mosè per via di una donna rimasta fedele alla sua identità di madre.

La madre di Mosè che affida il bambino alle acque
Giugno 2007

 

Il tabernacolo è posto in una zona con pietre in movimento che danno un senso di armonia e di bellezza. L’armonia è la comunione dei diversi elementi concordi. C’è un segreto rapporto tra la mangiatoia, il monte che allude al Calvario e il tabernacolo in cui Gesù si offre come pane di vita. Come il pane si distrugge perché l’uomo viva, così Cristo si fa cibo affinché l’uomo viva. Mangiando Lui, diventiamo il suo corpo penetrato dalle energie dello Spirito.

Il tabernacolo
Giugno 2007

Premi qui per accedere alle IMMAGINI e alla DESCRIZIONE delle opera
Arredi
Intarsi
Mosaici
Pittura
Sculture
Vetrate