| Nel maggio 2015 è stato realizzato il mosaico del presbiterio con scene dell’incoronazione della Vergine Maria, di San Giuseppe nella parete laterale sinistra e dell’unzione di Betania e Lavanda dei piedi nella parete di fondo. Inoltre sulle vetrate delle pareti laterali le sono raffigurate le 12 feste dell’anno liturgico presenti normalmente sopra l’iconostasi nelle chiese bizantine. Infine nel febbraio 2017 la Croce gloriosa in legno sopra l’altare. |
Chiesa | |
Chiesa | |
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PRESBITERIO E PARETE DI FONDO | |
Siamo in una chiesa di carmelitani che, in epoca moderna, nella Chiesa latina, rappresentano un desiderio di recuperare i tratti essenziali del monachesimo. La chiesa stessa ha un’impostazione abbastanza monastica ed è costruita con un raffinato senso dell’inculturazione. Infatti, chiunque è stato nei monasteri romeni può vedere come sia la chiesa che gli edifici connessi cercano di inserirsi nel territorio non come un corpo estraneo, ma come qualcosa che gli appartiene. Tale principio vale anche per questa chiesa. | |
Presbiterio | |
Entrando, nelle vetrate sono raffigurate le 12 feste dell’anno liturgico normalmente presenti sopra l’iconostasi nelle chiese bizantine. Anche in questo caso i carmelitani, con una bella sensibilità, anziché mettere in evidenza solo i santi carmelitani, hanno fatto qualcosa che oggi tutta la vita religiosa occidentale dovrebbe fare, se vorrà essere capace di trasmettersi: trovare l’esegesi biblica di ciò che li caratterizza. I testi e la spiritualità carmelitana sono infatti un’esegesi del Cantico dei Cantici e di tutti i testi biblici sulla sponsalità. Queste vetrate sono significative: sono immagine e parola, figure e scritte. Da questa parola e da questa immagine nasce, si sviluppa, cresce un taglio preciso della spiritualità carmelitana.
Tale carattere sponsale culmina nel presbiterio, dove c’è l’incoronazione della Beata Vergine Maria, che significa un disegno antropologico compiuto dove noi siamo il corpo di Cristo: Lui è il capo, lo Sposo – noi, come Chiesa, la Sposa, messa allo stesso rango del Figlio. E questo non sforzo ascetico, per merito o per diritto, ma per amore. La via dell’unione è la via d’amore, di un amore che culmina nel riconoscere l’umanità consustanziale al Figlio. Perciò il mosaico mette in evidenza non l’anello della sposa, ma la carne dello sposo. E per questo, nelle mani della Madre di Dio, posate sul suo grembo, c’è il gomitolo, perché lei ha tessuto la carne al Verbo, gli ha dato la carne di questo mondo. E Lui ha preso questa nostra carne e l’ha resa carne pneumatica, spirituale, così come il suo corpo risorto. | |
Veduta del presbiterio | |
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Incoronazione di Maria | |
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San Giovanni Battista e altri santi | |
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Santi | |
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Angelo | |
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Particolare con vetrata | |
Per non vedere la sponsalità in modo romantico, sono importanti le due scene che troviamo all’uscita dalla chiesa. Da un lato c’è l’unzione di Betania, che sottolinea l’aspetto profetico dell’amore: l’amore anticipa sulla terra ciò che solo i suoi occhi possono vedere, e che di per sé appartiene all’eschaton. L’amore, cioè, apre degli scorci sul cielo. Questa donna unge Cristo e Lui dirà di lei le stesse parole che per l’eucaristia, cioè che questo suo gesto sarà ricordato in eterno in sua memoria. La donna infatti ha fatto un gesto eucaristico, perché riconosce in Gesù il Messia, il profeta, il sacerdote, il re e lo unge versando unguento sul suo capo come re, profeta, sacerdote. Solo l’amore poteva vedere in quest’uomo tutto questo, e per di più la sua sepoltura. L’amore dunque non è romantico, non sogna, non ti strappa alla vita, ma ti porta a quella visione di una vita che non finisce più, che va oltre la tomba, perché è un’offerta di sé. | |
Parete dell’entrata | |
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Parete di fondo | |
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Dettaglio | |
Dall’altro lato dell’uscita della chiesa, troviamo la lavanda dei piedi: lo Sposo lava i piedi alla sposa, alla Chiesa, a Pietro. Se nel Cantico dei Cantici, allo sposo che bussava alla sua porta la sposa replicava: “Mi sono lavata i piedi; come sporcarli di nuovo?” (Ct 5,3), qui è lo sposo che dice “Te li lavo io, aprimi”. La sposa viene alle nozze con i piedi lavati dallo Sposo. Nel momento più solenne del passaggio di Cristo, Egli si veste da servo e compie un servizio. L’amore sponsale è l’amore reale che trasfigura la storia perché vede al di là, nell’eschaton, e sceglie il cammino del servizio. | |
Parete di fondo | |
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Torre eucaristica | |
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Tabernacolo | |
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Altare | |
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Dettaglio altare | |
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Dettaglio altare | |
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Dettaglio altare | |
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| Dettaglio altare |
Veduta laterale | |
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San Giuseppe | |
VETRATE Secondo la più antica tradizione, lo scopo principale delle vetrate è quello di santificare la luce naturale che entra nello spazio sacro, facendola passare attraverso gli avvenimenti della Storia della Salvezza (cfr. Lumen Fidei n. 12). | |
Vetrate | |
“Chi è costei che sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole?” (Ct 6,10). “Tutta bella tu sei, amica mia, in te nessuna macchia. Giardino chiuso tu sei, sposa” (Ct 4,7. 12). | |
Vetrate | |
“Voce del mio diletto che bussa: “Aprimi, sorella mia, mia amica! ” (Ct 5,2). ”Il mio diletto era sceso nel suo giardino fra le aiuole del balsamo a pascolare il gregge e a cogliere gigli” (Ct 6, 2). | |
Vetrate | |
“Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio e un fremito mi ha sconvolta. Mi sono alzata per aprire al mio diletto” (Ct 5,4-5) “Le grandi acque non possono spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo” (Ct 8,7). | |
Vetrate Snagov – Romania Aprile-maggio 2015 | |
“Il mio diletto è bianco e vermiglio, riconoscibile fra mille e mille” (Ct 5,10). “Uscite figlie di Sion, guardate il Re della pace , nel giorno delle sue nozze” (Ct 3,11). | |
Vetrate | |
“Ho cercato, lungo la notte, il mio Amato. Avevo appena oltrepassato le guardie, quando trovai l’amato del mio cuore” (Ct 3, 1.4). | |
Vetrate | |
“Lèvati vento di mezzanotte, vieni vento di mezzogiorno, soffia nel mio giardino si effondano i suoi aromi” (Ct 4,16). | |
Vetrata | |
Le due vetrate della facciata rappresentano invece i due profeti a cui si ispira l’Ordine Carmelitano: il profeta Elia nel momento in cui apre le acque del Giordano con il suo mantello, prima di essere rapito in cielo (2Re 2,8) e il suo discepolo Eliseo quando salva la vedova di un profeta, moltiplicando l’olio nei vasi (2Re 4,1-7). | |
Dettaglio vetrata | |
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Vetrata |