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EUROPA

GROTTA DI S. IGNAZIO A MANRESA [2021]

Indirizzo
Camí de la Cova 17 - 08241 Manresa (Barcelona), Spagna
 

 

 

 

Tra marzo e aprile 2021 sono state realizzate sulle due navate laterali le 8 nicchie della chiesa, ciascuna con 3 scene tratte dall’Antico e Nuovo Testamento.

 

 

 

 

NAVATA SINISTRA
 

Le scene realizzate nelle 8 nicchie rappresentano il cammino degli esercizi spirituali ignaziani.

L’itinerario degli esercizi porta alla conoscenza di Dio. Per Ignazio questa esperienza non significa conoscere Dio com’ è in sé stesso, ma come si relaziona con me, cioè cosa mi comunica, cosa mi dice. Conoscere Dio per Ignazio è conoscere la sua volontà. Siamo in una situazione molto simile a quella dell’Esodo, dove Mosè conoscendo Dio conosce sé stesso, la sua vocazione e la sua missione. Sinteticamente, questo è il cammino degli esercizi.

Navata Sinistra
Veduta d’insieme
Marzo 2021

 

 

Prima Nicchia
Nella prima nicchia sul lato sinistro della chiesa, dove comincia l’itinerario, è stato rappresentato “Principio e Fondamento”, partendo come fa sant’Ignazio dalla Creazione.

Navata Sinistra
Prima Nicchia
Marzo 2021

 

La prima scena sulla sinistra è la Creazione. Il creato è rappresentato come un utero poiché tutta la storia è un parto alla vera vita. In questo creato si salverà solo ciò che passerà in Cristo. Per questo, nell’ultima nicchia, quella della Pentecoste, faremo vedere come il creato viene vissuto dai figli di Dio, come il creato è inseparabile dall’uomo.

Sopra questo utero c’è lo Spirito Santo che fin dal principio (Gen 1,2) aleggiava sulle acque primordiali.

Prima nicchia – sinistra
Creazione
Marzo 2021

 

Ignazio è un grande mistico trinitario. Proprio la seconda settimana di esercizi inizia con la contemplazione di un raduno delle tre Persone divine che guardando il mondo dicono “L’uomo non ce la fa, si perde, muore, tu Figlio scendi e facendoti uomo, salvali”. La scena che richiama questo mistero è nel centro della prima nicchia ed è la bellissima immagine iconografica della santissima Trinità nell’episodio dei tre Angeli in visita ad Abramo (Gen 18,1-10).

A partire da sinistra incontriamo la persona dello Spirito Santo che muove tutto il cosmo verso la nuova creazione cioè verso il Figlio. Lo Spirito srotola la parola davanti al Figlio per far vedere che il Figlio è questa Parola che si fa figura, figurazione, evento, storia, ed è un Agnello immolato. Nel mostrare questo Agnello si indica il modo con cui Dio guida la storia, ossia quello del dono, della consegna di sé. Il Figlio ha il capo chino verso il Padre a cui consegnerà tutto sé stesso. Il Padre, a sinistra, benedice con ogni benedizione spirituale nel cielo (Ef 1,3) l’offerta del Figlio, seme di una vita nuova per l’umanità.

Prima nicchia – centrale
Tre Angeli in visita a Mamre
Marzo 2021

 

Accanto alla Trinità abbiamo l’immagine di Abramo con Sara (Gen 12, 1-9), chiamati a uscire da un modo di vivere secondo natura per accogliere un nuovo modo di esistenza, quello dell’alleanza, della relazione con Dio. La scena della creazione dirimpetto sottolinea come essa sia un parto (Rm 8,22) in attesa della rivelazione dei figli di Dio. Si comprende allora la creazione alla luce della generazione. Dio ha creato il mondo, ma questa creazione per noi diventerà vera, reale, a nostra conoscenza quando saremo generati figli nel Figlio. Infatti, noi non conosciamo il mondo fino ai sacramenti della liturgia, noi conosciamo il mondo in Cristo Gesù. Noi non conosciamo l’acqua fin quando non conosciamo l’acqua battesimale, noi non conosciamo le piante fin quando non siamo unti, noi non conosciamo i frutti della terra fin quando con il nostro lavoro – che non è più penitenza, ma creatività – diventa cibo della vita filiale. A partire dalla rigenerazione sacramentale l’uomo scopre che non può salvarsi se non insieme al creato.
Possiamo vivere la creazione quando viviamo la salvezza, quando viviamo a partire dalla rigenerazione (Gv 3). Perciò la creazione stessa sarà liberata solo quando l’uomo la vive in questa nuova dimensione ecclesiale La creazione attraverso la Chiesa passa nel regno. E questo avviene solo attraverso questo nostro uscire da noi stessi “esci dalla tua tessa…”.

Prima nicchia – destra
Chiamata di Abramo
Marzo 2021

 

 

Seconda Nicchia
Nella seconda nicchia vediamo che Dio crea l’uomo secondo la sua immagine come comunione delle persone.

Nell’immagine sulla parete sinistra della nicchia, Dio ha plasmato Eva, prendendola da Adamo (Gen 2,22) e poi presentandoli l’un l’altro.

Navata Sinistra
Seconda Nicchia
Marzo 2021

 

È bene che l’uomo non sia solo, perché non potrà vivere la vita secondo Dio. E allora Dio ha tirato fuori Eva da Adamo, l’ha presa, plasmata e presentata ad Adamo. Eva è creata per l’aiuto. Evdokimov spiega nell’epoca moderna in che cosa consista questo aiuto. L’aiuto è affinchè l’uomo non si addormenti su se stesso, che non torni alla vita secondo la natura, ma che viva la vita secondo Dio. Perciò Eva sarà come dice Evdokimov, principio religioso nell’umanità. Il principio che fa uscire l’uomo da sé per vivere nell’incontro, nella relazione fondante che è Dio.

Nella scena vediamo che Eva tende le mani verso il calice colmo di Spirito Santo. Il calice è immagine dello Spirito santo, della vita secondo Dio, della vita come comunione tanto che nella preghiera eucaristica di san Giacomo e di san Marco viene proprio detto esplicitamente “prese il calice del vino, lo riempì di Spirito santo, lo diede ai discepoli e disse. Prendete e bevete.” Al tempo stesso il calice ci riporta all’esistenza eucaristica, dove l’uomo si realizza nella sua esistenza secondo Dio che è la Chiesa. Ancora, il calice manifesta il compimento dell’umanità in Cristo. Come dice Apocalisse 21, la fidanzata diventa la sposa e l’unione si conclude con il banchetto dell’Agnello. Allora così, con un solo gesto di Eva che esce da Adamo e si prostra verso il calice si disegna tutta la storia della salvezza fino all’Apocalisse, dove veramente l’uomo sarà compiuto perché unito a Dio.

Seconda nicchia – Sinistra
Creazione di Eva
Marzo 2021

 

Nella scena centrale abbiamo la creazione di Adamo ed Eva: Dio crea a sua immagine come comunione delle persone. Dio unisce le persone perché Dio è l’unico che ha questa esistenza personale e l’ha estesa sulla creazione dell’uomo e della donna. Per questo l’uomo e la donna si cercheranno e, come dice Bulgakov, questa ricerca l’uno dell’altro realizzerà in loro l’incontro con Dio.

Dio è la presenza nel mondo come relazione, come amore. Tutta la scrittura arriva al culmine con l’apostolo Giovanni che proclama: “Dio è amore”. Dio è relazione.

Seconda nicchia – Centrale (alto)
Creazione dell’uomo
Marzo 2021

 

Scendendo con lo sguardo vediamo come lo scenario cambia totalmente. Al posto di Dio che unisce le persone troviamo l’albero con il tentatore. Tutte le tentazioni, come dicevano i padri, sono riducibili ad una sola tentazione: non ammettere che Dio sia amore, unità, comunione, dono di Sé. La tentazione presenta una falsa immagine di Dio, come una mano potente e rapace che raccoglie tutto per sé. Allora è proprio un’offesa alla verità di Dio, Dio non è donatore, ma è un Dio che possiede, un grande proprietario, tutto è di sua proprietà e non si può toccare niente.

Eva che fu creata per la relazione adesso passa ad Adamo la falsità e lui la mangia. L’immagine della mano di Adamo è uguale a quella che lui contempla -si diventa ciò che si contempla – lui contempla una falsa immagine e diventa una falsa immagine, mentre Eva si curva su sé stessa, su lei si chiudono tutte le linee, ed entrambi coprono la propria nudità con il creato.

Eva non tiene la mano sulla sua nudità, ma sul suo utero perché non partorirà più per la vita, ma per generare figli votati alla morte. Adamo dominerà il creato e dominerà anche la donna. Eva non sarà più aiuto all’uomo per vivere la relazione ma sarà seduttrice dell’uomo. In entrambi si assiste alla chiusura. Ciò che il peccato ha ucciso è la relazione.

Seconda nicchia – Centrale (basso)
Peccato originale
Marzo 2021

 

Sulla destra troviamo la scena di Caino e Abele: Dio non è più il principio dell’unità, ma ciò che regna è la divisione.

Se Adamo comincia a dominare il creato, suo figlio domina Dio. Dio ha detto “offri”, Caino offre, ma vuole vedere cosa fa Dio, lo vuole gestire. Caino vive secondo il principio del dominio: domina Dio e domina anche il fratello Abele a cui lega i piedi immobilizzandolo. Abele è immagine dell’Agnello sull’altare che invece di reagire si consegna. Ecco che l’umanità si spacca: chi crede verrà ucciso, chi non crede è dominatore perché parte da sé. La pace tornerà definitivamente solo con Cristo.

Seconda nicchia – Destra
Caino e Abele
Marzo 2021

 

 

Terza Nicchia
Nella nicchia precedente abbiamo visto che a causa del peccato crolla la visione di Dio come comunione, perciò, crolla anche la società, perché l’altro diventa nemico. L’umanità tenterà di recuperare un rapporto con Dio ma sempre a partire sa sé. In questa nicchia vediamo l’epilogo del peccato nella costruzione del vitello d’oro, di un dio “alla nostra testa” (Es 32,1).

L’uomo non è più in grado di leggere la storia a partire da Dio, ma solo a partire da sé. Non riescono più a vedere dalla parte di Dio, che dopo averli salvati dal paese della schiavitù e avere loro aperto una strada, sta continuando a lavorare per loro insieme a Mosè, guida del popolo. Non avendo più uno sguardo che parte da Dio il popolo si rivolge ad Aronne per trovare un sostituto a Dio.

Navata Sinistra
Terza Nicchia
Marzo 2021

 

La scena sulla sinistra, fa vedere proprio il dono dell’oro per la costruzione del vitello. Il vitello è così frutto del sacrificio del popolo.

Terza nicchia – Sinistra
Il dono dell’oro
Marzo 2021

 

Nella scena centrale troviamo il vitello che è portato dal popolo che lo ha prodotto. Il vitello è guidato da Aronne che celebra anche una liturgia in onore del dio che li ha salvati. Hanno perso la memoria della vera comunione, della salvezza o ora vivono nella falsità dell’idolo.

Terza nicchia – Centrale
Vitello d’oro
Marzo 2021

 

Sulla scena di destra troviamo in alto Ez 16, Israele, che è una povera bambina che nessuno cura dalla nascita, ma sulla quale il Signore ha posto il suo mantello – cioè l’ha rivestita della sua gloria -, facendola diventare così la donna più bella. Lei si inganna nel momento in cui si appropria dei doni come se fossero solo per sé. Rappresenta l’individuo che non vive più a partire dalla comunione, ma dove tutto è vissuto per il proprio io. È l’inizio dell’infedeltà. Anche in questa caduta dell’uomo Dio agisce secondo la logica della misericordia e offre il perdono totale poiché solo il perdono è il recupero della memoria. Il perdono riporta all’uomo la memoria di chi lui è veramente e di chi sono le cose che possiede. Il perdono è l’azione che solo Dio può compiere. Da qui nasce la fede, ossia quando l’uomo accoglie un’azione che lui non è in grado di fare. Questa accoglienza cambia l’uomo. Questa donna torna ad essere la sposa, simbolo d’ Israele, da cui uscirà il Figlio di Dio.

Terza nicchia – Destra
Infedeltà di Israele (Ez 16)
Marzo 2021

 

 

Quarta Nicchia
Il peccato ha ucciso nell’uomo la vita secondo Dio portando così l’uomo alla morte. Era perciò necessaria una rigenerazione affinché l’uomo potesse scoprire che Dio è Padre. Per questo Dio si rivolge a Maria come colei che è in grado di accogliere questa azione di Dio.  La visione più limpida su questo ce l’ha Cabasilas, nelle sue omelie mariane, dove fa vedere come in Maria il suo principio personale, ciò che è veramente suo, unico, non è contaminato da questa morte generata dal peccato.

Questo vuol dire che Maria ha una volontà libera, non attaccata alla difesa di sé stessa e perciò capace di riconoscere radicalmente l’Altro e perciò capce di amore. Questo è quello che noi chiamiamo immacolata concezione.

Navata Sinistra
Quarta Nicchia
Marzo 2021

 

Sulla parete centrale allora troviamo rappresentata Maria che tesse la carne al Verbo: è Maria tessitrice.

La prima Eva fu tratta da Adamo, adesso il nuovo Adamo è tratto dalla nuova Eva e a sua volta il nuovo Adamo genererà la nuova Eva. Accanto a Maria che accoglie l’annuncio di Dio troviamo Giuseppe. Ecco che sono unite le due annunciazioni; dalla mano aperta del Padre viene il dono della Parola che si fa carne. Attraverso l’angelo messaggero il rotolo della Parola viene comunicato a Maria diventando sempre più dorato. Quando la Parola arriva a Giuseppe mentre dorme, addirittura il colore del rotolo diventa addirittura ancora più dorato, più esplicitamente divino. Questo per mettere in evidenza come Giuseppe sia l’immagine della paternità terrestre, cioè dell’accoglienza di ciò che Dio fa nell’altro, e non ciò che io vorrei. Giuseppe accoglie la sua sposa probabilmente non capendo molto ma dando la precedenza all’opera di Dio.

Quarta nicchia – Centrale
Annunciazione e Sogno di Giuseppe
Marzo 2021

 

A sinistra troviamo l’episodio di Mc 10 dove Cristo incontra il giovane ricco. La scena esprime la mentalità della religione nel senso proprio della natura umana. Così come c’è bisogno di mangiare per sopravvivere, così la natura umana spinge a un cammino religioso per recuperare la vita, per salvare se stesso: “Io mangio per salvarmi, io faccio ciò che dice la religione per salvarmi”. Alla domanda del giovane ricco che chiede “che devo fare per ereditare la vita eterna?” Cristo risponde che per ereditare bisogna essere figli, perché l’erede è figlio. Non si tratta di fare ma di riconoscersi figli. Tuttavia la religione ha una logica mercantile: “io devo fare e così gestirò Dio e salverò me stesso”.

 

Si può essere un osservante e non avere la salvezza. Il giovane dice “io già dall’infanzia…” dunque ha una memoria molto precisa di ciò che lui ha fatto ma non ricorda il dono – proprio all’opposto di Maria che vive a partire dal dono di Dio. Il giovane con la mano copre la seconda tavola di Mosè, che è proprio quella che Cristo gli cita aggiungendo anche una nuova legge, “non frodare”. Ma con l’altra mano, il giovane, indica la prima tavola, quella che riguarda Dio.
Con questi gesti si evidenzia come continuamente si è tentati di investire energie sui primi tre comandamenti, cioè sulla prima tavola di Mosè, senza pensare che questi siano legati ai gesti rivolti al fratello accanto. Da quando Cristo si è incarnato le azioni fatte al fratello sono fatte a Dio. Ma il giovane si gira dall’altra parte, e va via triste.

Quarta nicchia – Sinistra
Il giovane ricco
Marzo 2021

 

Di fronte, sulla destra, abbiamo Levi che sta al banco delle imposte. Davanti al banco ci sono due sacchi con i sodi dei tributi che la gente pagava, ma dall’altro lato, nascosto, c’è un sacco pieno di soldi per sé. Cristo passa proprio da lì, dalla sua condizione di peccatore, e lo chiama. Levi si alza immediatamente e, stupito, si protende verso Cristo che cammina su una scia di oro che lo conduce  proprio alla casa di Levi. Cristo gli dice “seguimi” e colpisce ciò che Mc dice “Si alzò e lo seguì”. Dove? Nella propria casa. Cristo lo porta nella propria casa, a casa sua, dove erano i suoi amici. Sulla destra due peccatori che stanno camminando sulla stessa strada dorata dove sta Cristo, proprio per far vedere che chi avverte il bisogno della salvezza lo incontra, chi invece vuole fare qualcosa, come il giovane ricco, non lo incontrerà.

In questa nicchia ogni scena conduce a una domanda: che memoria ha Levi? Che memoria ha il giovane ricco? E Maria con Giuseppe? Questa domanda sulla memoria conduce a ciò che per Ignazio è molto importante per la prima settimana di Esercizi cioè sul passaggio dal peccato alla memoria della salvezza, cioè dalla vita ricevuta come per-dono grazie al Figlio mandato dal Padre.

Quarta nicchia – Destra
Chiamata di Levi
Marzo 2021

 

 

 

 

NAVATA DESTRA
 

La lettera agli Ebrei fa vedere come Cristo sia diventato totalmente unito al destino dell’uomo tanto da aver sofferto personalmente tutto ciò che vive un uomo eccetto il peccato (Eb 4, 14-16). Se Cristo avesse peccato non avrebbe potuto unirsi totalmente all’umanità perché la solidarietà totale è possibile solo quando si vive a modo del dono e dell’amore. Il peccato separa, l’amore unisce.

Navata Destra
Veduta d’insieme
Marzo 2021

 

 

Prima Nicchia
Cristo ha veramente assunto tutta l’umanità e ha toccato personalmente il destino dell’uomo. La sua morte è un atto sacerdotale, è l’unico sacrificio che unirà l’umanità intera a Dio Padre. Il Vangelo di Giovanni dice che Cristo ha ricevuto dal Padre un comando: dare la propria vita. Questo comando è la vita eterna (Gv 17,3), poiché così vive Dio. Dopo il peccato l’umanità si difende, non vuole donarsi, la volontà dell’uomo si ribella.
Il sacerdozio di Cristo è proprio l’offerta della volontà: “Io sono venuto non per fare la mia volontà, ma di colui che mi ha mandato” (Gv 16,38).

Navata Destra
Prima Nicchia
Marzo 2021

 

Cristo ha compiuto la volontà del Padre consegnandosi nelle mani dell’umanità, affinché tutta l’umanità potesse essere toccata dall’amore del Padre. Il sacerdozio di Cristo consiste nella consegna di sé all’umanità rapace che proprio grazie a tale offerta di dono potrà convertirsi.

Nell’immagine centrale della nicchia è mostrato Cristo nel totale abbandono agli uomini, che (in basso) strappano il suo mantello, e allo stesso tempo nella totale consegna al Padre.

Il peccato ha generato un abisso tra Dio e uomo insuperabile dalla parte umana. Ma Dio è venuto nella “parte umana” per colmare l’abisso con la misericordia. Cristo ha assunto il peccato e la morte. Nel passaggio pasquale di Cristo il velo del tempio si è squarciato (Mc 15,38) e l’uomo può accedere di nuovo al santuario. Dal santuario emerge la mano di Dio Padre che Cristo stesso, nella sua consegna, contempla. Questo è lo sguardo reale sull’unica asse, l’unica vera esistenza, l’unica vera ontologia, la relazione Padre-Figlio, tutto il resto crolla, rimane solo la relazione Padre-Figlio.

Ignazio nel cammino spirituale degli esercizi mette l’esercitante davanti al crocifisso, vuole che succeda quello che è successo con lui: il discernimento si è compiuto per lui davanti al crocifisso. Lui ha capito proprio a Manresa l’inganno del nemico che da angelo di tenebra si camuffava in angelo della luce. Per Ignazio il crocifisso è la forma dell’amore vero, l’amore che non è crocifisso è un’illusione.

Prima nicchia – centrale
Crocifissione
Marzo 2021

 

Nel Getsemani Cristo si consegna al Padre e questo significa farsi dono nelle mani di Giuda. Le due scene laterali della nicchia rappresentano l’ultima cena.

Alla sinistra troviamo la lavanda dei piedi. Solo i servi stranieri potevano fare questo gesto che era ritenuto troppo umiliante perfino per i servi ebrei. Nel vangelo di Giovanni l’eucarestia è presentata come servizio, dono di sé al fratello.

Prima nicchia – sinistra
Lavanda dei piedi
Marzo 2021

 

Alla destra vediamo la scena in cui Cristo si dona anche a Giuda, colui che non lo ama, che segue la propria volontà, che non lo accoglie.

Gli apostoli sono tutti protesi a Cristo in una bellissima deisis, ma c’è un’aureola vuota perché Giuda si è girato. Noi siamo tutti quanti chiamati a partecipare a questa umanità di Cristo. Lui ha dato il suo corpo a tutta l’umanità, Lui ha dato il pane a Giuda e l’uomo, con la sua volontà, è libro di aderire o meno, ma il dono rimane completo e totale.

In questa prima nicchia più prossima al presbiterio è rappresentato perciò l’ingresso alla Gerusalemme celeste attraverso il sacrificio sacerdotale di Cristo. Il velo del tempio si è squarciato da cima a fondo e veramente il corpo di Cristo – come dice Eb 10 – cioè la carne del Figlio, è la via nuova e vivente dell’ingresso del santuario. Il senso dell’eucarestia è l’ingresso nel regno che avviene in ogni liturgia eucaristica, ed è proprio per mezzo di Cristo, con Cristo e in Cristo.

Prima nicchia – destra
Ultima cena
Marzo 2021

 

 

Seconda Nicchia
Nella seconda nicchia troviamo la Discesa gli inferi, Tommaso che incontra Cristo e l’Ascensione. In questa nicchia viene sviluppato il mistero della resurrezione come esperienza fondante della vita cristiana.

Navata Destra
Seconda Nicchia
Marzo 2021

 

Al centro della nicchia è la scena della Discesa agli Inferi dove la croce spalanca la bocca dello scheol e permette al Risorto di recuperare l’umanità che nella tomba si era nascosta per pura di Dio. Nella nicchia dirimpetto era la scena del peccato, con l’inganno della falsa immagine di Dio. Ora l’immagine di Dio è ripulita da ogni menzogna: Dio è colui che salva. Cristo prende Adamo ed Eva per i polsi, luogo dove si misura il battito della vita. L’umanità non è più destinata alla morte eterna perché la vita del Figlio ora scorre in lei.

Seconda nicchia – Centrale
Discesa agli inferi
Marzo 2021

 

La resurrezione viene accolta dall’uomo attraverso un incontro ecclesiale. Tommaso, quando torna tra i suoi conosce il risorto. L’esperienza della vita nuova è così reale che Tommaso è rappresentato totalmente chino verso il costato aperto di Cristo. È la ferita che segna il passaggio al Padre, l’ingresso a un modo di esistenza che parte dal dono.

Seconda nicchia – Sinistra
Tommaso
Marzo 2021

 

Accanto è la scena dell’Ascensione. Schmemann dice che se la Chiesa fa qualcosa prima di avere esperienza dell’Ascensione e della Pentecoste si tratta di un’opera sterile che non c’entra niente con Cristo. Solo dopo che si ha esperienza del Regno, della vita risorta, si può vivere l’annuncio come testimonianza. Nell’Ascensione la Chiesa si mette nelle orme del Cristo asceso e il cammino della Chiesa è una continua salita cioè una continua anafora che consiste proprio in ciò che si vede nella nicchia successiva e ultima.

Seconda nicchia – Destra
Ascensione
Marzo 2021

 

 

Terza Nicchia
In questa terza nicchia troviamo scene di resurrezione: dalla croce di Cristo nasce una vita nuova, vita dei risorti.

Navata Destra
Terza Nicchia
Marzo 2021

 

La piccola scena sulla sinistra mostra i discepoli di Emmaus nel momento in cui Cristo sparì dalla loro vista. Sono stati rappresentati nell’atto di srotolare il rotolo della Parola sul quale appare di nuovo l’Agnello, vera immagine di Dio. Così come l’Agnello era presente nella prima nicchia di destra (scena della Trinità). Al centro dell’immagine c’è il pane spezzato ed è a partire da questo che si apre il cammino verso Gerusalemme, richiamo alla Gerusalemme celeste della scena precedente. I discepoli non hanno capito, ma hanno sentito qualcosa di estremamente caldo nell’incontro con il Risorto. Da questa luce interiore comprendono che in loro è avvenuto un cambiamento, cioè che adesso loro sono parte del Cristo risorto e questa partecipazione si realizza nella vita comunitaria, ecclesiale. Loro due non possono stare più a Emmaus, perciò corrono a Gerusalemme.

Nella vita del cristiano l’esperienza battesimale e quella ecclesiale sono indissolubili. L’esperienza ecclesiale non è un’istituzione parastatale o paraimperiale, ma è un’esperienza eucaristica dove la relazione diventa il centro della propria esistenza.

Terza nicchia – Sinistra
Emmaus
Marzo 2021

 

Questo cammino della Chiesa è presente anche nella scena di fronte, sulla destra, perché Ignazio nella quarta settimana mette come prima apparizione quella a Sua madre. In questa immagine Cristo appare alla Maria che secondo molti mistici, tra cui anche Ignazio, è la prima che vive in pienezza la sua maternità. Ella come madre della Chiesa, ha dato il corpo a colui del quale adesso noi siamo corpo. Insieme a lei c’è Giovanni che nella scena precedente della crocifissione era nell’atteggiamento di accogliere la madre nella sua casa e ora ha tra le mani il rotolo dove c’è il disegno del compimento con l’Apocalisse. Maria di Magdala è seduta allo stesso tavolo del discepolo amato con l’unguento tra le mani.

Terza nicchia – Destra
Cristo Risorto appare a coloro che lo amano
Marzo 2021

 

Questo cammino di Cristo risorto si vede nella scena centrale con la Maddalena che sta in un atteggiamento di totale smarrimento, proprio corporalmente non sa da che parte muoversi. Da molte ore vegliava la tomba nella ricerca dell’amato, tanto che Cristo riconosce in lei la sposa del cap. 3 del Cantico dei Cantici, la quale dice: “tutta la notte l’ho cercato, non l’ho trovato, ho chiesto…”.

La Maddalena con il corpo è protesa ancora verso la tomba, non comprende la luce delle bende e l’annuncio degli angeli. Quando si gira incontra il volto del Risorto in una novità totale. Questa novità pervade il suo modo di amare: l’amore secondo la natura cerca di possedere, invece il Figlio ama in un altro modo, è un amore pasquale. Per questo lei dovrà fare ancora una missione cioè andare dai fratelli per portare l’annuncio.

Nella nicchia di fronte è raffigurato il vitello d’oro dove l’idolo torna a colui che l’ha prodotto, è un tornaconto. Qui invece Maria di Magdala non tornerà alla vita vecchia, non tornerà a quella casa che sta vicino alla tomba ma piuttosto si gira per intraprendere il cammino al Padre.

Terza nicchia – Centrale
Cristo e la Maddalena
Marzo 2021

 

 

Quarta Nicchia
Nella quarta nicchia troviamo la Pentecoste e due scene che ritraggono sant’Ignazio.
Questa nicchia conclude il percorso che ha seguito la dinamica degli Esercizi Spirituali.

Navata Destra
Quarta Nicchia
Marzo 2021

 

Il compimento perciò è la Pentecoste grazie a cui l’uomo vive in modo personale la propria umanità come espressione dell’unico Spirito. La madre di Dio è al centro in atteggiamento orante così come i discepoli che, inondati di Spirito, sono tutti rivolti ad accogliere il dono. Questa scena posta all’uscita della Chiesa afferma che la missione, la vita stessa del cristiano, nasce dall’esperienza dello Spirito che ci fa esseri ecclesiali, non più separati ma uniti nell’unico corpo del Figlio.

Quarta nicchia – Centrale
Pentecoste
Marzo 2021

 

A sinistra vediamo Ignazio a Manresa nell’episodio in cui riceve una profonda luce spirituale che gli dispiega il senso di tutto in Dio. In questa scena Ignazio è come Mosè, davanti al roveto ardente. Qui contempla la mano del Padre con l’Agnello. Ignazio è un uomo della Pasqua, vive al modo dell’Agnello in una consegna di sé radicale.

Quarta nicchia – Sinistra
Sant’Ignazio contempla il roveto ardente
Marzo 2021

 

A destra è la scena di Ignazio a La Storta dove è ammesso dal Figlio a partecipare alla Croce. Chi si sente chiamato al modo di vivere dell’Agnello finisce, benchè immolato, sul trono trionfante con il Padre. Chi non intuisce il compimento non può capire che nella storia vince chi perde, riceve chi dona e vive chi offre. L’esperienza vissuta a La Storta cambia radicalmente Ignazio nel senso che egli si sottometterà alla Chiesa e cercherà di essere al servizio al modo della Pasqua dove l’esperienza del venerdì si conclude con la Pentecoste. Tra Manresa e La Storta si dischiude il modo di come servire la Chiesa, il modo del dono che contempla il Figlio e vive a modo del Figlio.

Quarta nicchia – Destra
Sant’Ignazio porta la croce insieme a Cristo
Marzo 2021

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